Cerca
Close this search box.
Consiglio comunale Villanova
Attualità
Sanità regionale

Sanità regionale, figli e figliastri nel nord Astigiano: Villanova d’Asti esclusa, Castelnuovo Don Bosco premiata

Per Villanova che soffre per l’esclusione c’è un nord Astigiano premiato: Castelnuovo Don Bosco avrà la sua Casa di comunità entrata nel progetto dell’Asl To5

Se il piano di investimenti regionale in campo sanitario sta facendo discutere per le esclusioni eccellenti e l’estromissione di interi territori dalla progettazione di nuove strutture diffuse, ci sono invece novità positive per comuni e distretti inaspettatamente inseriti nel disegno generale della regione che sarà finanziato con i fondi del PNRR.

Per un Nord Astigiano che soffre per la cancellazione di promesse mai mantenute come Villanova d’Asti, che attendeva almeno da 15 anni una casa della salute adeguata alla crescita economica del distretto, ma che neanche con i fondi del piano nazionale di ripresa e resilienza ce l’ha fatta ad ottenere la sua struttura territoriale, c’è una parte del nord della provincia che può sorridere per aver beneficiato dell’attenzione della regione. E’ Castelnuovo Don Bosco che, non facendo parte dell’Asl di Asti, è rientrata nel piano organizzativo territoriale dell’Asl To5 e vedrà finanziata una delle sette case di comunità previste nel progetto insieme a quelle, tutte in area torinese, di Santena, La Loggia, Trofarello, Vinovo, Carmagnola e Carignano.

«E’ un riconoscimento al nostro buon operato in collaborazione con l’Asl To5 – ha commentato il sindaco Antonio Rago – in questi anni di pandemia come amministrazione comunale ci siamo adoperati per aprire il centro vaccinale, abbiamo organizzato il punto prelievi e quello per le prenotazioni. In più siamo supportati da un ottimo servizio del 118 per un’area piuttosto vasta in cui Castelnuovo è uno dei centri abitati più grandi».

L’investimento previsto per la casa di comunità castelnovese è di circa 1,5 milioni di euro. L’unico impegno richiesto all’amministrazione è l’individuazione dell’area edificabile. «Abbiamo scelto un terreno nei pressi della casa di riposo San Giuseppe, in via Aldo Moro – spiega il sindaco – in modo da creare una sorta di distretto sanitario a tutto tondo per la comunità. Devo ringraziare l’abnegazione del vicesindaco Silvio Musso e dell’assessora con deleghe ai servizi socio assistenziali Cristina Pukly per il loro prezioso contributo alla riuscita del progetto».

Il buon lavoro e la collaborazione con l’Asl non sono stati invece sufficienti per Villanova d’Asti, dove l’amministrazione guidata da Christian Giordano è stata tra le prime a organizzare un centro vaccinale Covid, aprendo a spese del Comune Palazzo Richetta. «Senza alcun impegno dell’Asl, se non quello di un impiegato amministrativo – osserva Giordano – abbiamo gestito con i medici del distretto e con dieci volontari delle nostre associazioni la vaccinazione di circa 5.000 cittadini, evitando di sovraccaricare l’ospedale o i centri del capoluogo».

Se il piano proposto dalla giunta regionale verrà approvato dal consiglio dell’ente entro il termine ultimo per inviarlo al governo del 28 febbraio, l’area nord dell’Astigiano vedrà una distribuzione dei servizi sanitari territoriali a macchia di leopardo, con concentrazione di strutture in alcune zone a discapito di altre che rimarranno scoperte.

Ben lo spiegato Luca Quagliotti, segretario generale della Camera del Lavoro di Asti durante il consiglio comunale aperto (foto) tenutosi a Villanova giovedì scorso: «Se guardiamo a quello che resta per il nord della provincia – ha detto il segretario – avremo case della salute a Calliano, a San Damiano a Villafranca. Mettiamoci poi il 118 a Villafranca e a Moncalvo e basta. Non ci sono altri servizi sanitari per un’area piuttosto estesa. Confrontando gli investimenti sul sud Astigiano lo squilibrio è evidente: casa della salute a Canelli, casa di comunità a Canelli, casa della salute a Santo Stefano Belbo, l’ospedale della Valle Belbo, 118 a Nizza Monferrato, Canelli e Santo Stefano Belbo. Direi che i 40 mila utenti del sud della provincia possono addirittura vantare un eccesso di offerta sanitaria da qui ai prossimi anni. Senza contare che non si vede ancora una programmazione sui servizi medici avanzati: telemedicina e telediagnostica. La scelta regionale è sicuramente miope e non tiene conto dello sviluppo che arriverà in quest’area nel prossimo futuro con nuove aziende che atterreranno sul villanovese».

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

Le principali notizie di Asti e provincia direttamente su WhatsApp. Iscriviti al canale gratuito de La Nuova Provincia cliccando sul seguente link

Scopri inoltre:

Edizione digitale