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Il silenzio è Mafia!
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Il silenzio è Mafia!

Il 21 marzo in 4.000 luoghi, paesi e città d’Italia, si è svolta la manifestazione in ricordo delle vittime innocenti di mafia, promossa dall’associazione Libera. Quest’anno, a differenza degli anni scorsi, ad Asti la manifestazione ha coinvolto non solo piazza San Secondo, ma più luoghi della città: l’università, l’Ospedale Cardinal Massaia, palazzo Mandela

Il 21 marzo in 4.000 luoghi, paesi e città d’Italia, si è svolta la manifestazione in ricordo delle vittime innocenti di mafia, promossa dall’associazione Libera. Quest’anno, a differenza degli anni scorsi, ad Asti la manifestazione ha coinvolto non solo piazza San Secondo, ma più luoghi della città: l’università, l’Ospedale Cardinal Massaia, palazzo Mandela.

Anche noi studenti della scuola Jona abbiamo cercato di dare il nostro contributo.

Dopo una riflessione sul significato profondo che porta con sé questa manifestazione da parte del direttore del polo universitario UniAstiss, Francesco Scalfari, ad aprire la manifestazione nell’aula magna sono stati i ragazzi della classe IG, raccontando in versione teatrale la morte di Giuseppe Impastato, meglio conosciuto come Peppino. Era nato in una famiglia di mafiosi ma lui, Peppino, aveva deciso di ribellarsi, avviando un’attività politico-culturale antimafia. Nel 1976 aveva infatti fondato Radio Aut con cui denunciava gli affari illegali dei mafiosi diCinisi e Terrasini, in primo luogo del boss Gaetano Badalamenti. Nel 1978 morì assassinato da un gruppo di mafiosi, mandati dal boss che aveva tanto denunciato. In un primo momento la mafia riuscì a fare depistare le indagine, inscenando il suicidio di Peppino. Solo dopo vent’anni la madre e il fratello, che avevano rotto con la famiglia mafiosa, riuscirono a ottenere giustizia. 

Gli alunni della IG hanno ricordato il giorno della morte di Peppino, quando il suo corpo fu ritrovato sui binari avvolto in una carica di tritolo e con la testa fracassata. Gli studenti a turno hanno raccontato quanto accaduto, chiedendosi e chiedendo come tutto ciò sia potuto accadere; dietro di loro altri studenti, in silenzio, con una maschera nera in volto. Solo dopo l’esortazione di quattro ragazze a non avere paura, i ragazzi hanno iniziato a togliersi la maschera nera: no, non bisogna avere paura, questo il loro messaggio, non bisogna rimanere in silenzio di fronte a dei fatti così crudeli, ma parlare e non avere timore di ribellarsi.

La mattinata è proseguita con la lettura dei nomi: noi delle classi IG, IIIA e IIID della scuola Jona, insieme agli alunni dell’Istituto Castigliano, gli studenti e docenti universitari, siamo stati invitati a leggere i nomi delle vittime di mafia. Purtroppo un elenco molto lungo, oltre 900 nomi, ma con questo gesto li abbiamo ricordati tutti, chi coraggiosamente ha dedicato la sua vita all’attività antimafia, denunciando attività illegali, chi è morto perché aveva visto qualcosa che non doveva vedere.

Ha concluso questa mattinata il collegamento con la città di Locri, luogo da cui Don Ciotti, presidente di Libera, ha incoraggiato i sindaci di tutta Italia a rafforzare la scuola e l’istruzione, perché la mafia si diffonde con l’ignoranza; bisogna, ha sostenuto con forza Don Ciotti, partire dai giovani, sono loro il futuro.

Per me e per i miei compagni è stata una mattinata molto importante. Si è affrontato un argomento molto più vicino a noi di quanto solitamente siamo portati a credere e che non può essere ignorato. È per questo che siamo pronti a dire no alla criminalità, non stancandoci mai di ripetere il silenzio è dolo, il silenzio è mafia.

Silvia Marengo – classe IIF

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