I blocchi viari del Brennero, del Canale di Suez e lungo il Mar Rosso stanno mettendo a dura prova l’economia e l’export italiano. Solamente nel mese di gennaio, l’impatto è stato devastante, con una minor esportazione di prodotti agroalimentari ed enologici senza pari.
A denunciarlo è la Coldiretti, confidando che la recente missione Aspides nel Mar Rosso e Canale di Suez, concepita a protezione delle navi e con regole d’ingaggio a protezione del commercio italiano, possa risultare presto efficace e priva di ripercussioni. Lo stesso vale per il Brennero, il cui blocco dei mezzi pesanti, motivato da una politica di difesa contro i flussi clandestini dei migranti e per mitigare l’impatto ambientale causato dalle emissioni di gas di scarico in atmosfera, sta penalizzando grandemente il settore.
“L’insostituibile canale del Brennero, per il flusso delle merci dall’Italia verso l’Europa (Austria, Germania, Danimarca, Svezia, Norvegia e Finlandia oltre a tre Paesi dell’Est Europa quali Polonia, Slovacchia e Repubblica Ceca), rischia di essere soffocato dai limiti alla circolazione, con ripercussioni pesanti su economia e lavoro” precisa il Presidente Coldiretti Asti Monica Monticone. “La sola Germania rappresenta il principale mercato di sbocco europeo del cibo Made in Italy, con 8 miliardi di fatturato nel 2023 e un indice di crescita del 9% rispetto all’anno precedente (Analisi Coldiretti su dati Istat)”.
“A minacciare le esportazioni agroalimentari di bandiera sono anche le difficoltà alla navigazione, nel Mar Rosso, provocate dagli attacchi Houthi dello Yemen contro le navi che trasportano agroalimentari verso l’Asia (5,5 miliardi di euro)” aggiunge il Direttore Coldiretti Asti Diego Furia. “Mettere in contatto l’Occidente con l’Oriente, evitando il Canale di Suez, significa circumnavigare il Sud Africa, quindi, un considerevole allungamento delle rotte marittime, che si traduce in costi maggiori (da un +40% fino quasi, in alcuni casi, a triplicare) e in rese lunghissime (da +7/10 giorni fino a decuplicare i tempi solitamente impiegati)”.
Tra le produzioni più penalizzate non mancano i vini. “Nel mese di gennaio abbiamo visto dimezzarsi i Certificati di Esportazione verso i Paesi dell’Est asiatico (Cina, Taiwan e Giappone),” spiega il vice direttore Coldiretti Asti Secondo Rabbione, nella sua funzione di Direttore del Centro Studi Vini del Piemonte di San Damiano d’Asti, a cui giungono campioni da tutt’Italia. “Molte aziende sono state costrette a congelare le commesse e, in alcuni casi, ad attivare la Cassa Integrazione per i propri dipendenti”.
Il blocco del Mar Rosso, oltre che sulle esportazioni, pesa anche sulle importazioni di fertilizzanti provenienti dall’Asia (15% del totale degli arrivi in Italia, per un valore di circa 200 milioni nel 2023), determinando una preoccupante ricaduta sui costi di produzione delle imprese agricole italiane. Ad essere interessati sono soprattutto i concimi idrosolubili utilizzati nella fertirrigazione e per i quali si avvertono già le prime tensioni sui prezzi.
“Per sostenere il trend di crescita dell’enogastronomia nazionale, dunque, occorre rimuovere gli ostacoli commerciali, agire sui ritardi strutturali dell’Italia e sbloccare tutte le infrastrutture, per migliorare i collegamenti interni e col resto del mondo, sia per via marittima sia ferroviaria in alta velocità, tramite una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo” concludono il Presidente Monticone (foto) e il Direttore Furia. “Irrinunciabile, dunque, l’opportunità offerta dal Pnrr per modernizzare la logistica nazionale. Importante, poi, lavorare sull’internazionalizzazione per sostenere le imprese che vogliono conquistare nuovi mercati, e rafforzare quelli consolidati, valorizzando il ruolo strategico dell’ICE, per contrastare il mercato dell’italian sounding”.