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Angelino Edoardo
Cultura e Spettacoli
Narrativa

La storia del professor Millero nell’Italia divisa dal Muro di Firenze

In libreria il nuovo romanzo di Edoardo Angelino, professore in pensione del liceo scientifico Vercelli, che appartiene al genere dell’ucronia

«La storia non si fa “con i se e con i ma”, però un tentativo in questa direzione, ogni tanto, è interessante e stimolante».
Così Edoardo Angelino, docente del liceo scientifico Vercelli in pensione, parlava ai suoi alunni impegnati nello studio della storia contemporanea. Un tentativo che ha successivamente tradotto nel romanzo “RDI. Il muro di Firenze”, rimasto per vent’anni nel cassetto e uscito nelle scorse settimane per Besa Muci Editore (292 pagine, 17 euro).

Il genere

La particolarità che lo contraddistingue è il genere: l’ucronia, narrativa fantastica basata sulla premessa che la storia abbia seguito un corso alternativo rispetto a quello reale. Nel caso specifico, Angelino immagina che durante la conferenza di Yalta, nel febbraio 1945, Roosvelt e Stalin decidano di dividere l’Italia in due parti, come successo nella realtà in Germania. Al Nord la Repubblica Democratica Italiana (la RDI del titolo), sotto l’influenza sovietica, che segue il destino degli Stati dell’Europa orientale, scossa da rivolte e repressioni fino alla caduta del Muro di Firenze che divide le due parti del Paese. Al Sud, invece, il Regno d’Italia sotto la monarchia sabauda, fortemente condizionata dalla Chiesa e dagli Stati Uniti, caratterizzato da uno sviluppo industriale impetuoso di tipo occidentale, con i pregi e i difetti del capitalismo.

Il romanzo

Questo scenario di fantastoria fa da sfondo alle vicende del protagonista, il professor Amedeo Millero, insegnante di “Storia di marxismo e leninismo” nel liceo popolare di una città piemontese, dove ha la fama di docente spietato nei confronti degli alunni.
Il romanzo va a ritroso e presenta la figura del protagonista quando, ormai in pensione, fa un viaggio in treno per raggiungere Roma. E’ il 1991, a pochi mesi dal referendum per l’Unificazione del Paese seguito alla caduta del Muro.
La ricostruzione degli avvenimenti storici, inventati ma credibili e coerenti, non è affatto pesante in quanto si dipana attraverso le vicende del protagonista e degli altri personaggi del romanzo, dai famigliari ai compagni di partito, in un gioco continuo di rimandi al passato, peraltro costruito su più livelli. Passaggi che vanno letti con la dovuta attenzione, soprattutto all’inizio del libro, ma che sono fondamentali per capire sensazioni, sentimenti e riflessioni del protagonista mentre riavvolge il nastro della sua vita. Dapprima entusiasta del regime comunista, tanto da essere parte attiva della vita politica come membro del direttivo del partito a livello locale, successivamente fa i conti con il passaggio dall’utopia marxista al socialismo reale. Emergono così riflessioni sul rapporto tra intellettuali e potere in un regime dittatoriale e sull’opportunismo alla base di un certo modo di fare politica.
Le pagine scorrono piacevolmente tra descrizioni snelle ma molto efficaci, dialoghi ben bilanciati con la parte narrativa, linguaggio curato ma disinvolto e una storia che si ramifica più volte, per esempio lasciando spazio a “racconti nei racconti” riguardo alla travagliata vita famigliare del protagonista. Il tutto senza perdere di vista il filone narrativo principale e lasciando sempre il gusto della curiosità.

L’autore

“RDI. Il muro di Firenze” è il quarto libro di Edoardo Angelino. L’autore ha esordito nel 1995 con il romanzo “L’inverno dei mongoli” per Einaudi, grazie a cui quell’anno si è aggiudicato il Premio Berto ed è entrato tra i finalisti del Premio Alassio. A seguire ha pubblicato “Binario morto” (1998), uscito sempre con Besa Muci – con cui ha vinto il Premio Fedeli come miglior romanzo poliziesco dell’anno – e, con Paolo Berta, “Un tuffo nella vita” (Lindau, 2016).

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