Parla senza mezzi termini di rapimento il direttore della Stampa Mario Calabresi. Dopo quattro mesi senza notizie dal giornalista astigiano Domenico Quirico, inviato in Siria, dopo le speranze per una
Parla senza mezzi termini di rapimento il direttore della Stampa Mario Calabresi. Dopo quattro mesi senza notizie dal giornalista astigiano Domenico Quirico, inviato in Siria, dopo le speranze per una telefonata alla famiglia di cui si era scritto nelle scorse settimane, il quotidiano torinese interpella direttamente il ministro degli esteri Emma Bonino. E' dunque finita la linea del silenzio e si apre un fronte nuovo, con trattative vere e proprie con i gruppi che dovrebbero avere in mano Quirico.
"Una fase molto delicata – spiega il vertice della Farnesina a Calabresi, tutto avviene non solo in una condizione di grande complessità ma anche in unarea in cui cambiano continuamente i soggetti che controllano il terreno. È appena finito il Ramadan e alcune situazioni, che potrebbero influire anche sulla situazione di Quirico, si stanno muovendo».
Bonino parla del complesso quanto liquido sistema di alleanze che controllano il territorio, del fronte anti-Assad e di uno scontro cruento tra ribelli curdi e ribelli islamisti. "E le cose si stanno muovendo anche nella zona dove pensiamo sia tenuto Domenico Quirico e dove agisce il gruppo che riteniamo lo abbia in mano".
Alcuni canali prima chiusi si sarebbero aperti, di possibili risultati promettenti, di cauto ottimismo. «Sì, siamo speranzosi che dallattività in corso vi siano esiti ma, attenzione, la fase è cruciale e non si possono fare errori di comunicazione che potrebbero pregiudicare un esito positivo».
In chiusura il ministro risponde sui rapporti con i familiari dell'astigiano, Giulietta Quirico e la figlia Metella, incontrati in luglio. «Prima di tutto – chiosa Bonino – voglio esprimere alla famiglia di Domenico, a sua moglie e alle sue figlie la nostra vicinanza attiva, mia e di tutta la Farnesina, e ricordare loro che noi lavoriamo ogni giorno con pazienza, con testardaggine e con una buona dose di sano realismo, per questo coltiviamo la speranza».
Qui tutta l'intervista del direttore Calabresi.