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Protesta dei patronati: «Troppitagli, a rischio il nostro servizio»
Economia

Protesta dei patronati: «Troppi
tagli, a rischio il nostro servizio»

Basta ridurre i fondi ai patronati. O, meglio, a quei servizi essenziali per i cittadini che i patronati erogano gratuitamente al posto della Pubblica Amministrazione. E' questo, in sostanza, il

Basta ridurre i fondi ai patronati. O, meglio, a quei servizi essenziali per i cittadini che i patronati erogano gratuitamente al posto della Pubblica Amministrazione. E' questo, in sostanza, il messaggio lanciato lunedì in conferenza stampa dai responsabili degli uffici astigiani appartenenti al Ce-Pa (Centro Patronati): Acli, Inas Cisl, Inca Cgil e Ital Uil. Alla base, la mobilitazione avviata contro i tagli previsti in questo settore dal Governo nell'ambito della Legge di Stabilità 2016, attualmente in discussione.

I tagli
«La Legge di Stabilità – ha esordito Angioletta Ghidella (Uil) – interviene in modo pesante, per il secondo anno consecutivo, sul Fondo patronati. Dopo i 35 milioni di euro di riduzione decisi nel 2014 (su un fondo che ammonta in totale a 430 milioni di euro), quest'anno si parla di ulteriori 28 milioni di euro. In totale, quindi, 63 milioni di euro in due anni».
A questo proposito è utile ricordare anche come viene alimentato il fondo. Ovvero, dalle ritenute sull'imponibile contributivo di tutti i lavoratori dipendenti. Aliquota che, se venisse concretizzato il taglio di quest'anno, passerebbe dallo 0,226% allo 0,193%.
«Insomma, con il taglio strutturale dell'aliquota che si sta delineando – ha continuato Ghidella – si mette a rischio una buona fetta dell'attività dei patronati, mettendo al contempo a rischio i posti di lavoro, anche perché gli uffici già ora si vedono pagate dallo Stato solo una piccola parte delle pratiche erogate. «Senza contare – ha concluso Ghidella – che, sempre dal 2016, si riconoscerebbe la possibilità ai patronati di far pagare le pratiche svolte fino ad un massimo di 24 euro ciascuna».
Un provvedimento contro la funzione sociale finora svolta, hanno sottolineato i responsabili dei patronati, dato che oramai, «col fatto che in molti Enti pubblici (in particolare Inps e Inail) non c'è più il turn over del personale e che i servizi sono informatizzati, svolgiamo tutto quel lavoro che prima si faceva allo sportello degli uffici pubblici». «In particolare – ha concluso Ghidella – si vanno a colpire le fasce deboli della popolazione, per le quali pagare un libro professionista o la pratica al patronato costituirebbe un problema. Parliamo di stranieri che richiedono pratiche relative al permesso di soggiorno, anziani che hanno la pensione minima, persone in mobilità, disoccupate o che hanno bisogno degli assegni di sostegno al reddito».
Si va dal lavoratore che ha bisogno del ricongiungimento dei contributi versati a casse previdenziali diverse in vista della pensione al pensionato che chiede delucidazioni sull'entità dell'assegno che riceve. «Tutti casi che richiedono tempo, consulenza, professionalità al di là della mera pratica – sottolinea Claudio Griguol, responsabile Inas Cisl – ma che non ci vengono riconosciuti».
Stefano Calella, componente della segreteria Cisl, ha invece sottolineato la mancata riorganizzazione del sistema dei patronati a livello nazionale «che il Governo aveva promesso di attuare entro lo scorso 30 giugno. Sarebbe stata un'azione utile – commenta – perché il sistema attuale, frammentato in oltre 70 sigle, drena risorse indirizzandole alle strutture piccole e non in grado di offrire un servizio completo. Meglio sarebbe concedere l'accredito solo agli uffici che garantiscono una struttura a livello nazionale».

Le iniziative
Calella ha quindi annunciato le iniziative che i patronati astigiani aderenti al Ce-Pa (in totale 10 sportelli con 20 dipendenti) metteranno in atto per protestare contro i tagli. Tra queste, la campagna nazionale a sostegno dei patronati "#iocimettolafaccia", che i cittadini sono invitati a far diventare virale sui social network (vedere le istruzioni sul sito www.tituteliamo.it); l'approvazione di un ordine del giorno da parte dei Comitati provinciali di Inps e Inail in cui si ribadisce l'importanza dei patronati; e ancora, un presidio dei lavoratori sotto la Prefettura, in programma la prossima settimana, indicativamente il 10 dicembre.

Elisa Ferrando

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