C’era da aspettarselo ed è successo. Anche ad Asti i festeggiamenti per la vittoria della Nazionale sulla Spagna, che ha permesso agli Azzurri di accedere alla finale degli Europei di calcio, ha scatenato innumerevoli festeggiamenti in centro città, specie tra i più giovani.
Caroselli, urla di giubilo e esultanza che, come successo nel resto d’Italia, hanno messo da parte per alcune ore tutte le prescrizioni anticovid, i distanziamenti, i divieti di assembramento e l’obbligo di indossare la mascherina, anche all’aperto, nel caso non si riesca ad evitare di stare a stretto contatto con sconosciuti.
Sui social sono stati pubblicati molti video dove si vede che la gioia degli astigiani per la vittoria della Nazionale ha dato il via a un “liberi tutti”. Molti cittadini, che sono rimasti in casa, si sono invece chiesti, in maniera provocatoria, se la pandemia fosse finita a loro insaputa. Ma tant’è.
Ad altri, però, non è sfuggita la presenza del sindaco Maurizio Rasero tra i festeggiamenti con addosso una maglia degli Azzurri. Nulla di strano se non fosse che il sindaco si è fatto fotografare con gruppi di tifosi, assembrato, con la mascherina abbassata. Una querelle accentuata dal fatto che proprio Rasero, poche ore prima della partita, aveva pubblicato un video messaggio ai cittadini invitandoli a festeggiare senza rovinare l’arredo urbano, senza fare rumori assordanti dopo mezzanotte, ma soprattutto aveva ricordato che, “anche se all’aperto, sarà necessario indossare la mascherina visti gli scontati assembramenti”. E aveva aggiunto: “Temo che quest’ultimo appello cadrà nel vuoto”. E così è stato.
«Faccio presente – replica il sindaco Rasero raggiunto al telefono – che in quelle foto non c’era uno con la mascherina, mentre io l’avevo indossata e l’ho solo calata per pochi secondi per scattare le fotografie. In tanti mi hanno chiesto di fare delle foto, non solo una, ma basta vedere i filmati che circolano prima e dopo quelle immagini per vedere che ho sempre indossato la mascherina. In due casi sono anche intervenuto per sedare gli animi di alcune persone, un po’ su di giri, che stavano per provocare una rissa. Intorno a me c’erano diverse centinaia di persone, senza mascherina, ma mi sembra che quello che è successo ad Asti sia avvenuto in tutta Italia».
Ma Rasero fa anche un pronostico: «Penso che per la finale, se l’Italia dovesse vincere, vedremo anche di peggio. Però immagino che anche le forze dell’ordine in quel momento avrebbero potuto fare ben poco».
Dal canto suo il questore di Asti, Sebastiano Salvo, pur non entrando nella questione “politica” che riguarda Rasero, precisa ciò che le forze dell’ordine sono state chiamate a fare per tutelare l’incolumità delle persone: «Sia chiaro che poliziotti e carabinieri c’erano per impedire che i festeggiamenti, per qualunque motivo, potessero generare in rissa, danneggiamenti ai beni pubblici o in episodi di violenza, ma non era mia intenzione, ci mancherebbe altro, militarizzare la città come sotto una dittatura. Questo perché non solo sarebbe stato un compito impossibile per mancanza di uomini, ma soprattutto assurdo perché, davanti a festeggiamenti che hanno interessato tutte le piazze d’Italia, sarebbe stato anacronistico pensare che potessimo impedire a chiunque di scendere in strada per festeggiare».