Sul palco del Diavolo Rosso, davanti ad un pubblico numeroso, Gianluigi Pistone, Gianluigi Porro e Alberto Salvaneschi hanno presentato il loro libro d’esordio “Passu du Ventu” (Neos Edizioni). Un libro avvincente, la cui copertina è stata disegnata da Stefano Pedro Porro. Un giallo tra le cui pagine si percepiscono amicizia e, come ha detto l’editore Silvia Ramasso, «atmosfera astigiana».
Un libro ricco di mistero scelto dalla casa editrice Neos per la trama. «Tra le pagine c’è molto di più – ha sottolineato Ramasso, intervenuta all’incontro col moderatore Enzo Armando – un intreccio di riflessioni etiche sulla vita che danno consistenza a quella che potrebbe essere una semplice investigazione. Motivo che, insieme all’ambientazione accurata, ci ha convinti a pubblicarlo».
La nascita e lo sviluppo del romanzo
L’idea di scrivere è venuta a Gigi Pistone in una classica trattoria di paese, “Passu du Ventu” appunto, in provincia di Savona. «Uno di quei posti – ha raccontato – in cui arrivano le persone più strane e disparate, che funzionano anche da negozio di alimentari e che stanno scomparendo. Guardandoci intorno è arrivata l’ispirazione».
Tutto è nato il primo aprile 2021 quando i tre amici avevano affittato la canonica di Voze, a Noli, per trasformarla in casa di vacanza in società. «Stavamo cercando un luogo per sperimentare lo stare insieme dopo gli “anta” insieme alle nostre famiglie – ha spiegato Gian Porro – e lo abbiamo trovato a Noli. Diventando così, per gli abitanti della zona, “quelli della canonica”».
Da lì immaginare, per la trama del libro, una misteriosa scomparsa, un maresciallo che di nome fa Paragorio e una caserma a Varigotti è stato un attimo. Pescando tra fatti reali e di fantasia, ecco il giallo che li vede protagonisti con i loro nomi di battesimo. «Il libro si è sviluppato anche in base a quello che succedeva nella canonica – dice Porro – e che rappresenta un pezzo di vita». “Passu du ventu” è un romanzo scritto a sei mani «dove importante è stata l’organizzazione – ha aggiunto Salvaneschi – e dove ognuno ha messo un po’ delle proprie competenze. Abbiamo definito i personaggi, le storie, i luoghi, i venti (filo conduttore del libro) e, sulla base dello schema redatto, abbiamo realizzato questa scrittura a distanza».
«Abbiamo dato vita a pagine leggere e piacevoli – ha ancora detto Porro – ed è stato uno dei divertimenti più belli di questi ultimi anni, ricco di sorprese anche per noi che, di giorno in giorno, non sapevamo cosa sarebbe successo nel giallo. E’ stato un rimettersi in gioco in modo serio».
Durante la presentazione sono stati letti alcuni brani, che raccontavano vicende anche autobiografiche. «Il buon risultato di un libro – ha sottolineato l’editrice – è spesso dato più dall’esperienza immagazzinata in una vita che dalla competenza professionale».