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Cronaca
In tribunale

Asti, un cancello fa scoppiare la guerra tra due fratelli

Uno è imputato (con moglie e suocero), l’altro è parte civile. La dolorosa testimonianza del padre

Il pagamento della corrente elettrica che alimenta il cancello automatico di accesso alle case di due fratelli ha scatenato una lite in famiglia che è finita a processo, in udienza pubblica. Dove i due fratelli sono uno parte civile (con l’avvocato Bazzano) e l’altro imputato di stalking insieme alla moglie e allo suocero (tutti difesi dall’avvocato Marco Calosso).
Davanti al giudice Dunn è stata ricostruita una lunga catena di dispetti, sgarbi e danni che hanno portato il fratello “parte lesa” a farsi certificare l’insorgenza di uno stato d’ansia che ha cambiato le sue abitudini.
Le accuse che vengono mosse ai tre imputati sono supportate da video e foto al punto che è quasi impossibile negare che siano stati loro, ad esempio, a portarsi via definitivamente le due ante del cancello dopo che lo stesso è stato preso a calci, è stato speronato dalle loro automobili, gli sono stati asportati braccetti, pantografi e motore. E poi ancora danni al citofono, posizionamento di pietre in modo da impedire la chiusura delle ante e provocarne la rottura per le spinte all’accostamento. In denuncia si parla di sputi copiosi sulle serrature del cancello e sulla pulsantiera del citofono, di clacson suonati ogni mattina alle 6.30, di “lavate” del figlio più grande dal cortile degli zii.
Fra le testimonianze di ieri, quella soffertissima del padre dei due fratelli. «Molte cose le ho viste con i miei occhi, altre dalle telecamere di sorveglianza che hanno ripreso tutto. Ho sempre lavorato per dare un futuro ai miei figli e li ho sempre educati perché si volessero bene. E adesso guarda, sono in tribunale perché sono uno contro l’altro».
I tre imputati, non potendo negare quanto si vede nei video, non accettano però di rispondere del reato di stalking.

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